I permessi della legge 104 possono essere sfruttati per andare in vacanza o un week end? Ecco le regole sul come comportarsi durante i permessi.
Non è infrequente il caso in cui il proprio genitore abbia bisogno della nostra assistenza. Se sei una di quelle persone che deve assolvere a questo compito, purtroppo sai bene sulla tua pelle che si tratta di un impegno gravoso e che richiede molta disponibilità. Sai anche che per assistere tua madre invalida, devi togliere tempo a te stesso, alla tua famiglia ed anche, volendo e potendo al tuo lavoro. Per questa ragione, usufruisci dei famosi benefici previsti dalla legge 104 [1] che ti consentono, quale lavoratore dipendente, di avere dei permessi retribuiti per assistere il tuo genitore bisognoso. Però, nonostante ciò, il tempo a tua disposizione non è mai sufficiente: infatti come spesso accade, il lavoro ti assorbe quasi totalmente e nel tempo libero vorresti avere la possibilità di fare altro e non di dedicarti principalmente a tua madre. Vorresti, quindi, sapere se ad esempio potresti usufruire dei permessi della legge citata per andare in vacanza, magari anche per un solo giorno, senza con ciò abbandonare il proprio genitore, ma soltanto per sfruttare un congedo lavorativo per uno scopo personale più che legittimo: ebbene puoi farlo? In particolare, la domanda specifica che ti stai ponendo è la seguente: utilizzando i permessi previsti dalla legge 104 posso usarli per un week end?
Permessi 104: come e quando dare assistenza
I permessi previsti e concessi ai sensi della legge 104 non sono ovviamente un premio e tanto meno un’agevolazione indiscriminata. Il lavoratore che ne usufruisce li ottiene perché, ad esempio, deve dare assistenza alla sorella o al genitore disabile. Per questa ragione, può anche non andare a lavorare nei giorni del permesso, pur continuando a percepire la regolare retribuzione. Ebbene, nonostante il meritevole scopo che giustifica la descritta eccezione, il lavoratore non è tenuto ad assistere il proprio parente per l’intera giornata (come si suol dire, H24) e tanto meno proprio nelle ore in cui, diversamente, sarebbe stato impegnato sul lavoro. La cosa importante, infatti, è quella di un’assistenza continuativa ed esclusiva a favore della persona bisognosa di cure, circostanza questa che può tranquillamente realizzarsi anche compatibilmente con le esigenze personali del lavoratore in permesso. Questa conclusione è ormai pacificamente sostenuta dalla giurisprudenza della Suprema Corte di Cassazione [2], secondo la quale il lavoratore predetto:
- durante i giorni di permesso può anche ritagliarsi uno spazio per soddisfare delle proprie esigenze personali;
- durante i giorni di permesso, al pari di quanto avviene durante quelli lavorativi, deve prestare l’assistenza dovuta con la necessaria flessibilità. Non è importante, pertanto, quali e quante ore occorrano per assistere il genitore in difficoltà (ad esempio, non è obbligatorio assisterlo proprio nelle ore in cui normalmente lavori), ma è sufficiente che questi riceva aiuto con continuità.
Ed allora, ritornando al quesito posto inizialmente, se per esigenze personali vuoi farti una piccola vacanza, magari sfruttando proprio il giorno di permesso, ben sapendo che la cosa non creerà alcun disagio o difficoltà al genitore da assistere, puoi partire serenamente sapendo di non rischiare il licenziamento o la denuncia per truffa?
Permessi: posso andare in vacanza?
In questo caso, anche se si parla di esigenze personali e nel concreto la tua assenza per un giorno non ha determinato alcuna grave conseguenza o mancanza al parente assistito, se sfrutti i permessi della legge per andare in vacanza, stai violando la legge stessa. Anche in questo caso, è la Cassazione [3] a chiarire il perché di questa conclusione. Nel caso in esame, infatti, appare evidente che se hai utilizzato il giorno di permesso per andare in vacanza, hai disatteso completamente l’assistenza per la quale ti era stato concesso il permesso. Se eri altrove (ad esempio a Ischia oppure a Parigi) e sei tornato il giorno dopo, evidentemente il tuo parente non ha avuto alcun aiuto. Non si tratta, quindi, di semplice flessibilità interpretata con rigore e severità, ma della mancanza totale del presupposto su cui si basa l’agevolazione concessa dalla legge 104. Pertanto, se durante il giorno di permesso, magari dopo essere stati da tua madre, vai a fare la spesa o ad accompagnare tuo figlio alla partita del campionato giovanile a cui partecipa, non è certo reato. Se invece te ne parti per andare a prendere il sole, attento a quel che hai fatto: potresti rischiare anche il licenziamento [4].
NOTE
[1] Art. 33 Legge 104/92 ed Art. 42 D.lgs 151/2001
[2] Cass. pen. sent. n. 4106/2016
[3] Cass. pen. sent. n. 54712/2016
[4] Cass. civ. sent. n. 18293/2016